La finestra di Orfeo, stupendo manga dell’iconica Riyoko Ikeda

Riyoko Ikeda è un’eclettica fumettista e musicista che è stata capace di dare vita ad un’arte per me unica nel suo genere. Il suo disegno è delicato quanto d’impatto, con un tratto preciso ed elegante. Quasi come se il pennino, con cui compone le sue sinfonie disegnate, volasse tra le pagine. Grazie alla sua capacità di aggiungere dettagli ai soggetti, mette su carta personaggi ricchi di espressività; soprattutto nei loro occhi, pieni di emozioni, nascoste sotto i tratti d’inchiostro ma comunque percepibili. 
I suoi personaggi sono sempre affascinanti e sfaccettati, rappresentati spesso in un’adroginia ammaliante che rende il loro essere etereo ed infinito nel tempo. Basti pensare a personaggi come la sua iconica Lady Oscar o la meno conosciuta Rei Asaka del manga Caro Fratello
Donne forti, indipendenti, pronte ad affrontare la vita, che però nascondono storie di sofferenze ed insicurezze, celate dietro ad un muro di incredibile sicurezza. 

Le opere

Riyoko Ikeda, vicino al suo personaggio più iconico, Lady Oscar

Le sue opere raccontano di storie complesse e mai scontate, ricche di introspezione dei personaggi e di una marcata caratterizzazione psicologica, posate leggiadramente su una base di elementi spesso storici e di realtà quotidiana. Storie che permettono un livello di empatia nei riguardi dei suoi protagonisti che a tratti disorienta.
Chissà se si è capito che la Ikeda è la mia mangaka preferita!? 

Orpheus

La mia scoperta quindi nel trovare una sua opera che non conoscevo mi ha piacevolmente stupito. L’opera in questione è il manga Orpheus – La finestra di Orfeo, che in qualche modo si lega effettivamente alla figura mitologica. Il titolo originale è uscito nell’ormai lontano 1975 in Giappone. Recentemente però è stata prodotta dalla J-POP una collana di grandi volumi che ne racchiude l’opera nella sua interezza per un totale di 9 volumi. Per ora tre sono disponibili all’acquisto. Ho concluso di leggere il primo, giusto qualche giorno fa. 

La sinossi ci racconta: “Agli albori di un nuovo secolo ricco di promesse, l’istituto St. Sebastian accoglie due nuovi studenti: Julius, affascinante rampollo di una famiglia facoltosa, e Isaak, brillante talento dagli umili natali. I loro destini si intrecceranno sin dal primo giorno grazie ad una leggendaria finestra del prestigioso conservatorio, il cui potere scatena amori travolgenti e tragedie…

La dualità androgina

Quello che ci viene raccontato in queste righe però non rappresenta altro che la punta dell’iceberg. Quella che sembra infatti una semplice storia d’amore nasconde una coltre di mistero e fascinazione. 
Anche in quest’opera la Ikeda decide di rappresentare un protagonista che in realtà è una protagonista, Julius. Una ragazza obbligata dalla propria situazione familiare, non sicuramente idilliaca, a vestire i panni di un uomo. Una situazione che Julius vive come una costrizione ma che è pronta ad affrontare pur di aiutare sua madre. Una donna vessata dalle figliastre, moglie di un uomo ormai morente molto più vecchio di lei. 
La ragazza vive un costante conflitto tra ciò che è la sua apparenza e il suo essere. In un limbo continuo tra la paura di essere scoperta e la volontà di uscire allo scoperto e viversi appieno. Un personaggio complesso e sfaccettato che rappresenta l’incredibile dualità esistente tra il concetto di femminile e maschile, risultando in un essere androgino ed indefinito dal di fuori, ma ricco di contrasti e confini al suo interno. 

Julius in tutto il suo fascino

Emozioni su carta

A noi lettori verrà data la possibilità di vedere dall’interno il tormento della protagonista, con disegni incredibilmente rappresentativi delle emozioni nel suo cuore. Quello che per me l’autrice sa fare meglio è rappresentare nei suoi disegni gli stati emotivi dei protagonisti, grazie alla sua capacità di rendere su carta un’emozione incorporea, soprattutto attraverso all’espressività degli occhi. Un dettaglio che non lascia quasi mai al caso e che permette ai personaggi di comunicare più delle loro stesse parole.

Gli avvenimenti e le emozioni, che Julius sarà chiamata ad affrontare nell’opera, saranno complicati dai sentimenti che proverà per un suo compagno di istituto. 
Oltre a queste vicende, non mancherà un tocco di mistero che sfiora il filosofico ed anche il politico. L’opera è infatti ambientata in una Vienna agli inizi del ‘900, nello specifico in un ambiente borghese della Germania post-Bismarck, che lascia spazio alle due rivoluzioni russe, alla prima guerra mondiale e alla fine del casato dei Romanov. Eventi che non mancheranno di incrociarsi con gli avvenimenti vissuti da Julius. 

Insomma, Orpheus non è una storiella d’amore. È un’opera completa che tocca una grande varietà di temi e lo fa con la grazia e la capacità dell’unica e inimitabile Riyoko Ikeda. Un’autrice in grado di rappresentare una serie di personaggi affascinanti e sfaccettati, in primis la protagonista. Personaggi immersi in un ambiente che niente ha di scontato e di cui racconta le storie in maniera delicata quanto struggente. Una storia di crescita, ambivalenza e scoperta di se stessə in un mondo in continuo cambiamento; tra problemi di cuore ed avvenimenti storici perfettamente integrati tra loro in una storia che non vi lascerà delusi, ma spesso con il fiato sospeso. Soprattutto, una storia capace di incantare e affascinare, grazie ad un disegno sublime e una narrazione coinvolgente. 

E io ho solo letto il primo volume! Non vedo davvero l’ora di leggere i successivi e arrivare alla fine delle vicende della giovane ed indimenticabile Julius. 

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